domenica 19 ottobre 2014

Riflessioni sul seminario: "Come le sette note"

Ricevo e pubblico volentieri la relazione della Prof.ssa Adelaide Gallo, a commento di un'interessante iniziativa che si è tenuta, sabato 18 Ottobre, presso l'aula del rettorato dell'Università degli studi di Torino. Ringrazio l'Autrice per il gentile intervento.

Vorrei segnalare il seminario di approfondimento sul tema dell’autismo, promosso dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, nell’ambito del Corso di formazione per le attività di sostegno, a cui ho assistito ieri, 18 ottobre, nell’aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Torino.

Il titolo del convegno è stato spiegato dalla professoressa Marisa Pavone, docente di Pedagogia speciale, tra le promotrici dell’iniziativa, con un riferimento alle parole del prof. Lucio Moderato che, in un’intervista a Tuttoscienze, ha paragonato i sette geni, che incrociandosi e influenzandosi causano il disturbo autistico, alle sette note musicali con cui sono state composte infinite melodie.

Si è trattato di un seminario sicuramente impegnativo per l’elevato numero di relatori, ma utile perché i loro contributi preziosi erano impostati sull’obiettivo di accorciare le distanze tra famiglie, mondo della scuola, enti e associazioni. Una coralità di voci autorevoli per competenze scientifiche, per esperienza sul campo o per coinvolgimento personale che hanno catturato l’attenzione del pubblico, conservandola per dieci ore.

Ha aperto il seminario il dottor Maurizio Arduino che con il linguaggio preciso e chiaro che lo contraddistingue ha tracciato una rassegna del disturbo dello spettro autistico, soffermandosi sull’importanza della diagnosi precoce, applicata di recente anche a bambini di pochi mesi di vita, grazie al lavoro di monitoraggio reso possibile dalla presenza di fratelli. Arduino non ha tralasciato di proporre una riflessione sui soggetti autistici adulti, ormai usciti dal circuito scolastico ma non per questo guariti dalla sindrome che li accompagnerà per tutta la vita. A tale proposito ha voluto citare l’ultimo libro di Gianfranco Vitale “Mio figlio è autistico” che parla, come è noto, delle problematiche di suo figlio, trentenne autistico.

I lavori sono proseguiti con l’intervento dei coordinatori del corso di specializzazione sul sostegno, tra cui la professoressa Lorenza Carelli che ha richiamato l’attenzione sull’importanza delle linee guida contenute nel DGR 22 del 3 marzo 2014, con cui la Regione Piemonte affronta le tematiche dei Disturbi pervasivi dello sviluppo. La relatrice si è soffermata sulla Rete tra famiglie, docenti, educatori, enti, proponendo riflessioni su aspetti sicuramente importanti nel mondo della scuola come il coinvolgimento dei compagni nell’inserimento del soggetto autistico in una classe e nelle attività che vi si svolgono.

La dottoressa Marisa Trinchero dei servizi educativi del Comune di Torino ha posto l’accento su temi pratici con cui si è chiamati a misurarsi spesso: evitare di accrescere l’ansia dei genitori caricandoli di responsabilità per il cattivo comportamento del figlio in ambito comunitario: se il bambino autistico fa dispetti ai compagni, difficilmente i genitori, venuti a conoscenza del fatto potranno evitare il ripetersi della situazione. Mentre la famiglia va coinvolta in positivo chiamandola a costruire il PEI in base alle loro esigenze e a partire dalle abilità emergenti del bambino. Con estrema chiarezza operativa e espositiva ha delineato un quadro in cui il bambino autistico è in grado di interagire positivamente in un ambiente scolastico con spazi e tempi strutturati, grazie all’insegnante di sostegno ben provvisto di materiali con cui lavorare in parallelo a insegnanti curricolari che spesso non concordano puntualmente, dice, la programmazione specifica. (Su questo punto mi sentirei di non generalizzare).

Gli interventi dei relatori si sono susseguiti con una varietà di temi e di spunti che meriterebbero una rassegna ben più ampia. Per ragioni di spazio mi limito a segnalare solo più due. Il primo è quello di Tiziana Volpi, vicepresidente dell’Angsa che ha ripercorso le tappe di quest’associazione di genitori che da ormai molti anni stanno operando insieme: come spesso accade uno sguardo indietro alla storia, anche recente, serve a fare chiarezza sul presente, delineando il percorso compiuto da chi sentiva forte il bisogno di scrollarsi di dosso colpe e giudizi negativi e costruiva la propria formazione. L’altro è l’intervento di Massimo Aureli dell’associazione “Autismo e sport” che ha illustrato con l’utilizzo di filmati le attività sportive nel campo del nuoto e dell’atletica, soffermandosi sugli obiettivi perseguiti: rilassamento, ricerca di autonomia e autostima che mi sento di condividere nella mia esperienza di volontaria per l’attività di yoga nella comunità di cascina Teghillo.

I lavori sono stati conclusi dalla professoressa Pavone che si è soffermata sull’importanza del Testo Unico sull’Autismo, approvato dalla commissione Igiene e Sanità del Senato il 14 aprile 2014 che ha come obiettivi la diagnosi precoce, la cura, l’assistenza alle famiglie e la riabilitazione, nonché l’aggiornamento triennale delle Linee guida. La professoressa ha sottolineato come il testo presenti qualche carenza per ciò che riguarda il mondo della scuola.

Scendendo lo scalone del Rettorato, credo che molti partecipanti si siano portati con sé gli sguardi e le parole dei ragazzi autistici mostrati nei video dei relatori, i loro strani e affascinanti disegni, le stereotipie e il differente mondo sensoriale che li caratterizza, insieme alla certezza che un modo per entrare in comunicazione con loro si deve e si può trovare, usando codici comunicativi anche diversi dai nostri come una bussola che ci indica la direzione per un viaggio difficile e coinvolgente da fare con loro.

1 commento:

Unknown ha detto...

Un convegno significativo sopratutto per la massiccia presenza dei giovani studenti. Sono grata ad Adelaide per le parole di stima il lavoro è ancora tanto da fare ma l'intento comune ci deve far guardare lontano.

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