«Grazie a questa esperienza abbiamo imparato che potevamo
permetterci di ritornare a vivere, sorridere, andare in vacanza, divertirci,
riscoprire amicizie forti»: così un genitore racconta la sua partecipazione al
Progetto “Estate Paideia”, promosso anche in queste settimane dalla Fondazione
Paideia di Torino e rivolto a famiglie con bambini con disabilità, che vengono
ospitate per una settimana in un villaggio turistico accessibile in Toscana
Anche quest’anno si è rinnovato a partire dal 4 luglio, e fino
al 1° agosto, il Progetto Estate Paideia, proposta di vacanza promossa dalla
Fondazione Paideia di Torino, rivolta a famiglie con bambini con disabilità,
che vengono ospitate per una settimana in un villaggio turistico totalmente
accessibile in Toscana. In totale saranno esattamente 38, in queste settimane,
i bambini con disabilità coinvolti insieme alle loro famiglie e a 75 volontari.
Estate Paideia, come detto, coinvolge l’intero nucleo familiare, con particolare attenzione ai fratelli e alle sorelle, e dal 2001 ad oggi ha potuto contare sulla partecipazione di oltre 500 famiglie, ciascuna delle quali affiancata da uno o più volontari, che si prendono cura dei bambini, aiutando i genitori e offrendo loro spazi e tempi “di sollievo” rispetto a una quotidianità spesso molto faticosa.
Un’esperienza, in sostanza, i cui esiti hanno finora dimostrato la possibilità
di concreti cambiamenti nella dinamica familiare e come il benessere
sperimentato possa essere a sua volta motore di un processo di inclusione
sociale dei nuclei coinvolti.Estate Paideia, come detto, coinvolge l’intero nucleo familiare, con particolare attenzione ai fratelli e alle sorelle, e dal 2001 ad oggi ha potuto contare sulla partecipazione di oltre 500 famiglie, ciascuna delle quali affiancata da uno o più volontari, che si prendono cura dei bambini, aiutando i genitori e offrendo loro spazi e tempi “di sollievo” rispetto a una quotidianità spesso molto faticosa.
«La nascita di un figlio con disabilità – sottolinea Fabrizio
Serra, direttore della Fondazione Paideia – comporta notevoli cambiamenti nella
coppia e nel nucleo familiare, che spesso si concentra sulla cura del bambino e
si ritrova isolato, con legami sociali sempre più deboli. Incontriamo famiglie
per le quali la vacanza si configura come un bene inaccessibile, sia per motivi
economici e organizzativi, ma anche perché l’idea di una settimana al mare
spesso può intimorire. Con questo nostro progetto vogliamo dunque offrire la
possibilità di sperimentare l’idea di un “terzo tempo”, di una vacanza che
diventa fondamentale per famiglie così stressate nella quotidianità e che invece
possono incontrare nuovi amici e guardare al futuro con maggiore serenità. La
proposta, inoltre, è inserita in un percorso che mira a sostenere la famiglia
nel rafforzamento o recupero della sua rete sociale: durante l’anno, infatti,
vengono promossi laboratori, serate a teatro, visite a musei, giornate di
sport, escursioni in montagna e momenti di festa in cui sperimentare occasioni
concrete di inclusione sociale».
«Abbiamo conosciuto la Fondazione Paideia quando Samuele aveva 3
anni – ricorda Andrea, un genitore che ha partecipato al progetto – quando
eravamo concentrati esclusivamente sulla sua riabilitazione. Quando ci hanno
proposto di partecipare a Estate Paideia, quasi ci siamo arrabbiati. Una
vacanza a noi, con tutti i problemi che avevamo? Alla fine ci siamo andati, ed
è stata letteralmente la svolta della nostra vita, della vita della nostra
famiglia. Grazie a questa esperienza, infatti, abbiamo imparato che – con le
dovute attenzioni e magari con l’aiuto di qualcuno, vedi ad esempio i volontari
– potevamo permetterci di ritornare a vivere, sorridere, andare in vacanza,
divertirci, riscoprire amicizie forti».
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