Con l’abolizione delle Province da marzo in diverse Regioni non saranno garantiti trasporto scolastico e assistenti all’educazione e alla comunicazione
Diritto allo studio a rischio, a partire da marzo, per circa 60 mila alunni
con disabilità. Con l’abolizione delle Province in seguito alla legge n. 56 del
7 aprile 2014, infatti, potrebbe non essere più garantita nelle scuole la
presenza di assistenti educativi e della comunicazione (Aec) che svolgono un
ruolo di supporto essenziale soprattutto nel caso di studenti non udenti, non
vedenti o con pluriminorazioni. Come pure potrebbe essere sospeso il trasposto
scolastico gratuito per gli alunni con disabilità che frequentano le scuole
superiori. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi è stata la Fish, la Federazione
italiana per il superamento dell’handicap, che ha sollecitato anche
un intervento del Governo. Il compito di garantire assistenti educativi e della
comunicazione era attribuito alle Province dal Decreto Legislativo n. 112 del
1998 che, inoltre, prevedeva anche il trasporto gratuito alle scuole superiori,
in quanto rientrante nel principio di «supporto organizzativo all’inclusione
scolastica» in seguito a sentenze della Corte dei conti e del Consiglio di
Stato. Ora, con l’entrata in vigore delle nuove norme, non è chiaro se quelle
competenze - precedentemente attribuite agli Enti soppressi - spettino alle
Regioni, ai Comuni o alle nuove Città Metropolitane. E migliaia di studenti con
disabilità rischiano di rimanere a casa.
Differenze tra Regioni
«Entro il 31 dicembre tutte le Regioni dovevano emanare proprie leggi per
chiarire a chi spettavano le competenze prima attribuite alle Province – spiega
l’avvocato Salvatore Nocera, consulente per la scuola della Fish e presidente
del comitato dei garanti – . Attualmente risulta che solo l’Emilia Romagna ha
una legge, finanziata con fondi propri per continuare ad assicurare i servizi
di trasporto e assistenza all’educazione e alla comunicazione; altre Regioni
non hanno varato norme; altre, ancora, pur avendo provveduto a predisporre la
legge regionale, non hanno precisato a chi spettano le competenze delle
province; altre, invece, le hanno attribuite ma hanno ridotto i fondi destinati
a questi servizi, che rischiano quindi di essere ridotti o addirittura eliminati
a partire dal primo marzo». Una situazione frammentata, dunque. Ma perché
potrebbe esplodere tra un paio di settimane? «Molte Regioni avevano approvato
il bilancio 2014 prevedendo fondi ad hoc per questi servizi scolastici fino a
febbraio – spiega Nocera – . Una volta finite le risorse necessarie alla loro
prosecuzione, però, cesseranno i servizi».
Diritti esigibili
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