lunedì 23 febbraio 2015

Scuola: per 60 mila alunni disabili c’è il rischio di rimanere a casa

fonti corriere.it (Maria Giovanna Faiella) e Autismo Treviso Onlus

Con l’abolizione delle Province da marzo in diverse Regioni non saranno garantiti trasporto scolastico e assistenti all’educazione e alla comunicazione

Diritto allo studio a rischio, a partire da marzo, per circa 60 mila alunni con disabilità. Con l’abolizione delle Province in seguito alla legge n. 56 del 7 aprile 2014, infatti, potrebbe non essere più garantita nelle scuole la presenza di assistenti educativi e della comunicazione (Aec) che svolgono un ruolo di supporto essenziale soprattutto nel caso di studenti non udenti, non vedenti o con pluriminorazioni. Come pure potrebbe essere sospeso il trasposto scolastico gratuito per gli alunni con disabilità che frequentano le scuole superiori. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi è stata la Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che ha sollecitato anche un intervento del Governo. Il compito di garantire assistenti educativi e della comunicazione era attribuito alle Province dal Decreto Legislativo n. 112 del 1998 che, inoltre, prevedeva anche il trasporto gratuito alle scuole superiori, in quanto rientrante nel principio di «supporto organizzativo all’inclusione scolastica» in seguito a sentenze della Corte dei conti e del Consiglio di Stato. Ora, con l’entrata in vigore delle nuove norme, non è chiaro se quelle competenze - precedentemente attribuite agli Enti soppressi - spettino alle Regioni, ai Comuni o alle nuove Città Metropolitane. E migliaia di studenti con disabilità rischiano di rimanere a casa.
Differenze tra Regioni

«Entro il 31 dicembre tutte le Regioni dovevano emanare proprie leggi per chiarire a chi spettavano le competenze prima attribuite alle Province – spiega l’avvocato Salvatore Nocera, consulente per la scuola della Fish e presidente del comitato dei garanti – . Attualmente risulta che solo l’Emilia Romagna ha una legge, finanziata con fondi propri per continuare ad assicurare i servizi di trasporto e assistenza all’educazione e alla comunicazione; altre Regioni non hanno varato norme; altre, ancora, pur avendo provveduto a predisporre la legge regionale, non hanno precisato a chi spettano le competenze delle province; altre, invece, le hanno attribuite ma hanno ridotto i fondi destinati a questi servizi, che rischiano quindi di essere ridotti o addirittura eliminati a partire dal primo marzo». Una situazione frammentata, dunque. Ma perché potrebbe esplodere tra un paio di settimane? «Molte Regioni avevano approvato il bilancio 2014 prevedendo fondi ad hoc per questi servizi scolastici fino a febbraio – spiega Nocera – . Una volta finite le risorse necessarie alla loro prosecuzione, però, cesseranno i servizi».

Diritti esigibili

«Il diritto allo studio e i servizi necessari per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità vanno assicurati in tutte le Regioni – sottolinea il presidente della Fish, Vincenzo Falabella – . Peraltro, una Sentenza della Corte Costituzionale, la n. 80 del 2010, ha stabilito che il diritto allo studio delle persone con disabilità va garantito senza vincoli di bilancio. Durante un incontro con il Sottosegretario di Stato agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, – continua il presidente della Fish – abbiamo sollecitato un intervento del Governo in sostituzione delle Regioni inadempienti. Ci hanno assicurato una risposta entro fine mese». Altrimenti, la Fish intende depositare presso le Procure della Repubblica delle Regioni inadempienti altrettante denunce per interruzione di pubblico servizio, in forza anche di una ampia e consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. «In un Paese civile non dovrebbe essere necessario ricorrere alle vie legali per chiedere il rispetto di diritti esigibili – commenta Falabella – . Ci auguriamo che non accada».

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