E’ un cambio di passo clamoroso che sovverte di fatto i principi
basilari sui quali fiumi di sentenze in questi anni hanno riconosciuto agli
alunni con disabilità il diritto ad avere tutte le ore di sostegno scolastico
necessarie alla loro condizione. Una sentenza del Tar Sicilia e una successiva
sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) della Regione
Siciliana mettono a rischio il principio del diritto allo studio, di fatto
ammettendo che esso possa essere limitato per ragioni di bilancio. La Fish
parla di un “gravissimo rischio per i diritti delle persone con disabilità”,
visto che in Sicilia l’amministrazione scolastica sta già proponendo numerosi
appelli contro le sentenze finora favorevoli agli alunni con disabilità:
“Agiremo in tutte le sedi adeguate per rintuzzare questo violentissimo attacco
contro i diritti civili”, dice il presidente Vincenzo Falabella.
La vicenda nel dettaglio. Fish ricorda che la
giurisprudenza prevalente negli ultimi anni si è adeguata alle indicazioni
della Consulta sul fatto che il sostegno scolastico vada garantito al massimo
delle ore necessarie agli studenti con grave disabilità e alle famiglie vada
riconosciuto il danno patrimoniale comprovato come pure l’eventuale danno non
patrimoniale.
Un primo sovvertimento di questo stato di fatto c’è stato
con una sentenza del Tar Sicilia (369/2014) che stabilisce che non sia dovuto
il risarcimento del danno patrimoniale e non. Successivamente una sentenza del
Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) della Regione Siciliana (Sentenza
n. 617 del 17 novembre scorso) che conferma l’indirizzo del Tar.
Il Consiglio – spiega la Fish – non li limita a negare il
diritto al risarcimento per danni, ma mette in dubbio anche l’assolutezza del
diritto costituzionale all’istruzione. Testualmente: “Se è vero – si legge
nella Sentenza del CGA della Sicilia – come periodicamente ribadito anche dalla
giurisprudenza, che la ‘educazione ed istruzione’, piuttosto che la ‘salute’
quale ‘diritto fondamentale dell’individuo’ […], specie se riferiti […] alla
cura dei minori handicappati, costituiscono altrettanti diritti personali e
sociali oggetto di tutela rafforzata, è anche vero che la tutela c.d.
‘incondizionata’ della salute, ribadita dal primo Giudice per concedere il
sostegno nella misura richiesta dai genitori – depurata dalla forte caratura
ideologica che ne ha accompagnato la sua rappresentazione politica e giuridica
(anche nella cit. sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale), oltre che
mai realizzata nei fatti, sia in termini di prevenzione che di cura – non può
per altro verso non subire oscillazioni, specialmente in tempi di crisi
finanziaria acuta, come accade per la stagione attuale di finanza pubblica, che
inevitabilmente si riverberano sulle scelte dell’Amministrazione, ogni
qualvolta questa è chiamata a dover ponderarne la misura”.
Si tratta secondo Fish di “gravissime considerazioni verso
la Corte costituzionale” (l’accusa di forte caratura ideologica è rivolta alla
Consulta) che cambia le carte in tavola: nella sostanza alcuni diritti non
sarebbero “indiscutibili”, ma condizionati nella loro esigibilità dalla crisi
finanziaria. E dunque legittimamente l’amministrazione potrebbe limitare il
sostegno scolastico a causa della crisi finanziaria.
Ma c’è un altro passaggio critico, quello in cui si dice
che “l’assistenza pubblica ai minori, in tutte le forme con cui questa può
essere prestata, è da reputare in via di principio ‘sussidiaria’, o, comunque,
non sostitutiva rispetto agli obblighi di assistenza ed educazione che
prioritariamente incombono sui genitori che su di essi esercitano la potestà”.
Come a dire, spiega la Fish, che quello del sostegno scolastico paradossalmente
è un compito della famiglia in cui lo Stato interviene in modo solo
sussidiario, e che quindi le famiglie potrebbero essere chiamate a farsene
carico materialmente ed economicamente.
I primi effetti di tale sentenza – fa sapere Fish - già si
fanno sentire: l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo ha iniziato a
notificare numerosi appelli avverso le sentenze del TAR Palermo con le quali
già è stato riconosciuto il diritto all’integrazione delle ore di sostegno e al
risarcimento del danno. “La prevedibile emulazione che tale grave sentenza
innescherà sarà una rinnovata causa di esclusione di molte persone con
disabilità. – commenta con preoccupazione Vincenzo Falabella, Presidente della
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – È necessaria una forte
sensibilizzazione dei Consigli forensi, una forte unità dei legali che fino ad
oggi hanno seguito i contenziosi attivati da migliaia di famiglie, ma
soprattutto è necessaria una Adunanza plenaria del Consiglio di Stato per
rendere omogenee le successive sentenze e per censurare le pesanti affermazioni
del Consiglio di Giustizia siciliano. Fish agirà in tutte le sedi adeguate per
rintuzzare questo violentissimo attacco contro i diritti civili.”
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