mercoledì 21 gennaio 2015

Disabili in Campania, cosa dovrebbe accadere in un paese normale

Riporto ampi stralci di un articolo pubblicato in controINFORMAZIONE sul sito. Io credo che questi "problemi" siano tutt'altro che limitati alla Campania e per tale ragione debbano interrogarci tutti.
fonte ilfattoquotidiano.it, Toni Nocchetti

In un paese normale.
In un paese normale non dovrebbe accadere che 1530 disabili mentali maggiorenni vengano messi alla porta dalle strutture che fino a ieri li accoglievano.
In un paese normale se, come più volte l’unione europea ricorda, i livelli essenziali di assistenza non vengono rispettati, la politica dovrebbe correre ai ripari.
In un paese normale la potestà legislativa delle Regioni dovrebbe saldare un rapporto di vicinanza delle amministrazioni con i cittadini più deboli.
In un paese normale si dovrebbe discutere come aumentare la qualità dell’assistenza ai disabili e non come azzerarla.
In un paese normale si dovrebbe garantire alle famiglie dei disabili una dignitosa assistenza domiciliare e non una, talvolta, lurida assistenza in centri indecorosi.
In un paese normale i politici dovrebbero fare ispezioni, visite a sorpresa nei luoghi deputati all’accoglienza delle persone in difficoltà invece che girare negli stadi o nei teatri.
In un paese normale quando, come accadrà in Campania dal prossimo 1 febbraio, 1530 giovani e adulti disabili mentali spesso inconsapevoli, non troveranno più spazio nei semi convitti tutti dovrebbero indignarsi.
Tutti dovrebbero indignarsi: gli intellettuali, i giornalisti, gli artisti, gli sportivi, gli insegnanti, gli operai, i ragionieri, i vigili del fuoco, i preti, le suore ecc. ecc.
Tutti dovrebbero indignarsi e qualcuno vergognarsi.

1 commento:

Unknown ha detto...

Quando i diritti violati riguardano la disabilità le levate di scudi sono in netta minoranza.
C'è un pudore generale per questa condizione e il desiderio di non voler caricarsi della sofferenza di una condizione dolorosa ed emarginante che comporta un fardello non indifferente di fatica. Queste 1530 persone non le possiamo portare a Montecitorio per un sit-in clamoroso, così se i politici non ci vengono a trovare li andiamo a trovare noi.

Posta un commento