La coperta è
più che stretta. Praticamente non c’è. Nella scuola che ha fatto
dell’inclusione dei diversamente abili la sua bandiera ideologica c’è una
regola spietata che finora si cerca di aggirare. Ma dall’anno scolastico
2015-2016 si comincia a fare sul serio. In soldoni al disabile ultradiciottenne
che continua a permanere a scuola (in virtù di un rallentamento procurato con
bocciature strategiche) non sarà più garantito l’insegnante di sostegno che si
conclude nel quinquennio.
La regola è
contenuta in una nota della Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici del
MIUR del 5/7/2011 e ribadita in una circolare che l’Ufficio Scolastico
Regionale ha fatto pervenire in questi giorni (in cui si stanno svolgendo i
GLH) agli istituti superiori della Capitale. Nella circolare si sottolinea che
la C.M. 51/14 relativa alle iscrizioni 2015-20 16 consente agli alunni «che
hanno superato i 18 anni» in alternativa «di iscriversi ai corsi di primo
livello gestiti dai CPIA e a quelli di II livello (ex serali) gestiti dagli
istituti di secondo grado». Mentre «resta fermo il diritto alla frequenza ai
soli alunni disabili che non abbiano superato il 18° anno di età prima
dell’inizio dell’anno scolastico e che siano in possesso dell’attestato e
diploma conclusivo del primo ciclo». Si chiuderà un occhio, comunque, per quei
disabili over 18 che devono concludere il quinquennio.
Nella circolare
si sottolinea pure che «da una verifica a campione dell’età anagrafica degli
alunni disabili iscritti presso gli istituti di secondo grado della Provincia
di Roma c’è un numero consistente di ragazzi di età pari o superiore ai 23 anni
che continua a frequentare gli istituti». Per loro non c’è niente da fare:
«dovranno cessare dal prossimo anno scolastico dalla frequenza dei corsi diurni».
A questi alunni disabili è consentita «l’iscrizione ai corsi di secondo livello
(ex serali) senza alcuna assegnazione di sostegno (Consiglio di Stato con
parere 3333/2006) se ne abbiano già usufruito per un quinquennio precedente».
Concludendo si auspica che tali disposizioni
vengano rispettate al fine «di evitare l’assegnazione di posti di sostegno non
dovuti, con conseguente danno erariale, e pure il divario troppo marcato tra
l’età degli alunni che frequentano le superiori, tra i 14 e i 18 anni d’età, e
l’età di alunni che la superano». I genitori dei ragazzi disabili sono
seriamente preoccupati per il futuro dei loro figli. Nessuno di loro si è mai
sognato di danneggiare l’erario prolungandone l’iter scolastico. La scuola è
l’unica àncora che hanno i ragazzi disabili per restare aggrappati al mondo dei
normodotati. Fuori c’è il deserto. Centri diurni di raccolta differenziata per
umani con lunghe liste d’attesa oppure altre realtà più consone ma a pagamento.
Ci sono
disabilità che non ti permettono di accedere nei tanto decantati CPIA dove tra
l’altro vengono impartite lezioni di italiano agli stranieri extracomunitari. A
livello pubblico, poi, per certe disabilità gravi, come l’autismo, le porte
restano chiuse pure nei centri di formazione professionale, come il Simonetta
Tosi al Testaccio che offrono percorsi individualizzati per ragazzi disabili
dai 17 ai 29 anni. L’autistico non verbale che non può andare da solo a scuola,
che non contiene l’ansia ai cambi di routine, che non comunica non può frequentarlo.
Anche se potrebbe diventare un abile stalliere, un cuoco sopraffino oppure un
impareggiabile magazziniere di supermercato.
2 commenti:
GIANFRANCO CIAO, GRAZIE COME SEMPRE PER FAR CAPIRE LA REALTA'.
CI TROVIAMO UN COSTANTE AGGIORNAMENTO DI MISURE SFAVOREVOLI,
E CIO' NONOSTANTE SUBIAMO SENZA REAGIRE, PREFERIAMO PUNTUALIZZARE, MAGARI GIUDICARE CHI SI BATTEREBBE ANCOR DI PIU'
SE CI FOSSE LA SOLITA UNIONE CHE NON C'E'.
SE IL DISTURBO DEI NOSTRI RAGAZZI E' GRAVE, LO ALTRETTANTO IL NON ATTEGGIAMENTO DISUNITO E POCO REATTIVO.
D'ALTRONDE IL ROTTAMATORE PREFERISCE INIZIARE DAI DEBOLI, MANDIAMOLI TUTTI A QUEL PAESE, NON SI VERGOGNERANNO MAI DI QUELLO CHE FANNO, ANZI.
Caro Mario, giuro che se fosse per me passarei ad azioni "concrete" tra un minuto, a cominciare dall'occupazione di sale consiliari e presidi (anche di notte) nelle scuole. Tu sei d'accordo? Se si cominciamo domani io e te, ma poi dovremo pur contarci per capire chi è con noi (e contro di noi) o preferisce aspettare che si accendono le luci blu il 2 aprile 2016 per officiare il soluto rito. Ammiro tutti gli appelli all'unità ma non riesco a mettermi due fette di salame davanti agli occhi: perdonami. La verità è che quando dalle parole si passa ai fatti scappano tutti o quasi tutti!
Posta un commento