E’ stato presentato al
Parlamento europeo il testo che potrebbe essere "un atto di indirizzo di
storica rilevanza cultura e politica: no alla segregazione delle persone con
disabilità". Nessun italiano tra i promotori. Fish chiede massima adesione:
"Politiche sociali favoriscano domiciliarità"
L'Europarlamento pronunci un secco "no"
all'istituzionalizzazione delle persone con disabilità: la richiesta arriva da
13 europarlamentari, che chiedono la sottoscrizione della Dichiarazione appena
presentata. Tra i 13 promotori, non figura alcun italiano: lo fa notare Fish,
che ha reso nota l'iniziativa e spera nell'adesione da parte della maggioranza
dell'Europarlamento: si tratta di contribuire alla realizzazione di soluzioni
alternative che comunque, per standard e organizzazione, devono riprodurre il
contesto familiare".
E proprio in
questa direzione si muove la Dichiarazione sottoscritta dai 13
europarlamentari: "In tutta l'Unione europea - si legge - vi sono
centinaia di migliaia di minori, disabili, persone affette da problemi di salute
mentale, anziani e persone senza fissa dimora che vivono segregati all'interno
di istituti e subiscono per tutta la vita le conseguenze
dell'istituzionalizzazione". In tale contesto, gli stati membri
"dovrebbero essere incoraggiati ad abbandonare l'assistenza istituzionale
a favore di un sistema di assistenza e sostegno basato sulla famiglia e sulla
comunità. Si tratta di una transizione complessa - riconoscono i promotori
dell'iniziativa - che comporta lo sviluppo di servizi di prossimità qualitativamente
elevati, la chiusura pianificata delle strutture residenziali a lunga
permanenza e il trasferimento di risorse dal sistema istituzionale ai nuovi
servizi, assicurandone in tal modo la sostenibilità nel lungo termine".
Proprio per
favorire e rendere attuabile questa transizione, andrebbero utilizzati i fondi
strutturali e di investimento europei, "conformemente allo sviluppo di
servizi alternativi al ricovero in un istituto, basati sulla comunità": è
quanto prevedono, peraltro, i nuovi regolamenti sugli investimenti, adottati
nel 2014 dalla Commissione, la quale è dunque "chiamata a garantire che
gli impegni a favore della transizione da un'assistenza istituzionale a
un'assistenza basata sui servizi di comunità siano chiaramente descritti negli
accordi di partenariato e nei programmi operativi di tutti gli Stati membri.
Gli accordi in questione dovrebbero sostenere la realizzazione degli obiettivi
della strategia Europa 2020, tra cui la riduzione della povertà".
Il contrasto alla segregazione e
all'isolamento è anche tra gli obiettivi principali della Convenzione Onu sui
diritti delle persone con disabilità, ricorda il presidente della Fish,
Vincenzo Falabella: "Su questo principio richiamiamo l'impegno politico
del nostro Parlamento e quello culturale delle associazioni e delle
organizzazioni dell'impegno civile. Ovviamente chiediamo a tutti gli
europarlamentari di sottoscrivere la dichiarazione".
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