L’attuale boom di casi di
autismo nel mondo non è dovuto a un’epidemia, bensì ai parametri utilizzati per
diagnosticare il disturbo. Ne
sono convinti i ricercatori dell’Università di Gothenborg e del Karolinska
Institutet. Che, basandosi sull’analisi di più di un milione di svedesi nati
tra il 1993 e il 2002 e interviste ai genitori, sono giunti a due conclusioni
principali:
- La ricerca capillare
sull’argomento ha portato, sì, a una maggiore consapevolezza della diffusione
del disturbo. Ma anche a un cambiamento dei parametri di valutazione per le
diagnosi. Ragion
per cui una condizione associata, in passato, ad altri tipi di disabilità
mentale rientra oggi nei disturbi dello spettro autistico.
-
Il numero di casi diagnosticati e la disponibilità di servizi e strumenti per
gli autistici sono aumentati di pari passi con l’ampia distribuzione di
informazioni sul disturbo.
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