Mercoledì 22 Aprile, fonte redattoresociale.it
Arriva in Parlamento,
sotto forma di interrogazione, la storia di Matteo, il bambino autistico che,
dopo una lunga e tenace battaglia, i genitori hanno deciso, rassegnati, di
ritirare dalla scuola. La mamma, Patrizia, aveva raccontato a Redattore sociale
le vicissitudini d’inizio anno, quando si era ritrovata seduta al banco insieme
a suo figlio, pur di consentirgli di stare in classe con i suoi compagni, in
mancanza di insegnante e asaistente a lui dedicati.
Alcuni mesi dopo, a
metà febbraio, dopo tanta fatica, tante speranze e altrettante delusioni,
Patrizia annunciava la triste decisione: “alla fine io e mio marito ci siamo
arresi e lo ritireremo da scuola”, riferiva a Redattore sociale. Dopo un
susseguirsi di diverse figure al fianco di suo figlio, “la nuova assistente è
stata assente cinque volte in due mesi, quindi Matteo ha avuto altre 4
assistenti educatrici di sostituzione a questa. L’ultima volta, non ha neanche
comunicato la sua assenza, quindi Matteo è stato 40 minuti ad aspettarla
inutilmente. Alla fine, di fronte a tanta inettitudine, ci siamo arresi. Ha
vinto il preside e noi togliamo il disturbo, in silenzio, sconfitti, perché se
questo è il’servizio’ che mi offre la scuola, io ci rinuncio”.
Ora, il suo caso
arriva in Parlamento, con l’interrogazione presentata ieri alla Camera dal
deputato Lorenzo Becattini (Pd): “I giovani studenti disabili devono poter
contare su una formazione scolastica efficiente e continua attraverso il lavoro
qualificato degli insegnanti di sostegno – spiega - L’assistenza e la
formazione del disabile durante le ore scolastiche non possono essere affidate
alla famiglia.
Ciò è quanto è accaduto in una scuola di Bergamo, in cui la
madre di un bambino autistico è stata costretta a stare in classe con il figlio
a causa dell’incapacità dell’Istituto di garantire una costante e qualificata
presenza di un insegnante di sostegno. Fatto ancor più grave è che i genitori
dello studente, per porre fine alla questione, hanno deciso di ritirarlo
dall’Istituto. Simili episodi, purtroppo non isolati, meritano tutta
l’attenzione delle Istituzioni. Le famiglie dei ragazzi disabili dovrebbero
vedere nella scuola un valido sostegno nella formazione e nella crescita dei
loro figli”.
Non ne sapeva nulla,
la mamma di Matteo, ma è contenta che la politica si sia interessando al suo
caso. “Speriamo solo che serva a qualcosa”.
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