giovedì 30 aprile 2015

"Cosi' l'atletica può migliorare la vita di chi soffre d'autismo", contributi di L. Moderato e M. Aureli

fonte La Stampa

L'atletica leggera quale strumento per comprendere la percezione della realtà da parte di chi soffre di autismo e chiave di lettura per migliorare la loro quotidianità. In Italia da anni sono stati lanciate diverse iniziative e ora anche in Valle d'Aosta un progetto analogo ha mosso i primi passi.

La collaborazione. 
Nato su iniziativa dell'Associazione valdostana autismo in collaborazione con il comitato regionale Uisp, ha già raccolto l'adesione di oltre 30 tra tecnici sportivi, atleti e personale volontario, che una volta superato il periodo di formazione accompagneranno ragazzi e adulti affetti da sindrome di Kanner in un percorso di 20 lezioni alle prese con le discipline che caratterizzano la regina degli sport: l'atletica leggera. 

«L'autismo non va curato - spiega Lucio Moderato, psicologo e psicoterapeuta a cui è affidata la formazione dei volontari -. La sfida del terzo millennio è quella di cambiare paradigma perché non esiste una cura per questa patologia. Dobbiamo piuttosto evitare che questa malattia si trasformi in una disabilità, e dobbiamo farlo attraverso interventi psicoeducativi strutturati».
Il modo giusto. 
Lo stesso esperto entra poi nel merito del progetto, spiegando come l'atletica possa essere lo strumento giusto: «Per loro lo sport, come in generale l'attività motoria, è una cosa gradita: più si muovono meglio è. È proprio attraverso questo genere di attività che riusciamo a capire come percepiscano la realtà e quali siano le loro effettive capacità cognitive». Antonio Corraine vicepresidente dell'Associazione valdostana autismo, spiega così la nascita del progetto. «Oltre che da un'esperienza personale in famiglia, siamo partiti sfruttando un bando del Coordinamento Solidarietà Valle d'Aosta coinvolgendo in seguito, per la logistica e la collaborazione degli istruttori, anche la Uisp. E poi - prosegue ancora Corraine - abbiamo preso spunto da un'iniziativa analoga già avviata con buoni risultati a Torino dall'Associazione Autismo & Sport».

Da qui la testimonianza di Massimo Aureli, presidente dell'associazione piemontese: «Dal punto di vista dei numeri abbiamo l'adesione di oltre 30 ragazzi, che sono impegnati a oggi nei corsi di atletica e nuoto. Per quanto riguarda i primi risultati possiamo dire che all'inizio abbiamo riscontrato le difficoltà tipiche del lavorare con soggetti affetti da autismo e, a due anni dall'avvio del progetto, assistiamo a notevoli miglioramenti nella necessità di esprimere e convogliare con metodo e in modo costruttivo le loro energie». Terminata la fase di formazione, il progetto prevede tra giugno a settembre l'attività sportiva con i malati. 

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