Dal sito, volendo, si può rientrare nel blog, cliccando sul pulsante (posto in alto) "Dal mio blog".
fonte Corriere
della Sera
NAPOLI. Non appartengono a un altro mondo, ma costituiscono una comunità della quale, pur continuando a farne parte in età adulta, lo Stato quasi si dimentica, negandole assistenza e riconoscibilità. È quanto denuncia Antonio D'Ambrosio, psichiatra, docente di terapia cognitivo-comportamentale alla Sun, che con Viviana Perfetto ha tradotto e pubblicato in italiano il testo guida per l'autismo ad alto funzionamento: La Cbt applicata all'adulto con sindrome di Asperger (FrancoAngeli editore) di Valerie L. Gaus.
«Esiste
scrive D'Ambrosio nell'introduzione una mancanza di sensibilità al problema da
buona parte della psichiatria che si occupa di adulti, questo purtroppo vale
anche per il campo riguardante la ricerca clinica, che su questi temi è
particolarmente trascurata, principalmente nelle regioni meridionali».
È così?
D'Ambrosio lo ribadisce con maggiori dettagli in seguito, sostenendo che
addirittura le diagnosi di autismo dopo i 18 anni
di età è come se subissero una inspiegabile «scomparsa» e quel che più conta, precisa, è che «va via via
dissolvendosi la presa in carico dei soggetti con autismo dopo i 18 anni da
parte dei servizi psichiatrici». Sicché i costi e i sacrifici per la cura dei
soggetti con disturbi di questo tipo si rovesciano interamente sulle famiglie,
smarrendo per sempre la collaborazione e l'aiuto delle strutture cliniche
territoriali. Ciò che lo psichiatra napoletano definisce, con un eufemismo,
«delega», per non usare il più sincero ma doloroso «abbandono».
Una
«delega alle famiglie nel vuoto di servizi, progettualità e di prospettazione
del futuro che si trasforma in un carico insostenibile sulle stesse», fino a
favorire «un clima intra-familiare altamente patogeno e potenzialmente
implosivo». Insomma, la dimostrazione di come un problema che potrebbe essere
adeguatamente gestito se solo fossero forniti gli strumenti giusti e
predisposti i relativi presidi di assistenza, rischia, invece, di propagare i
suoi effetti devastanti all'intero contesto familiare. Condannando gli autistici
a vivere da «stranieri» nella nostra società e i loro familiari ad arrancare
nel tentativo di porre riparo alle gravi inadempienze della rete assistenziale,
bucata sia dalle assenze strutturali che dalla qualità dei servizi.
1 commento:
L'abbandono di fatto è la mancanza di formazione del personale delegato all'assistenza, offrendo inserimenti selvaggi poco strutturarati destinati all'insuccesso e successivamente alla completa delega alla famiglia.
Posta un commento