Ho anche grassettato un paragrafo dell'intervento di Liana. Lì, a mio parere, si può creare un punto di svolta: chi vivrà vedrà (e giudicherà...). Invito Liana a leggere il mio incipit al post di Arianna Porzi e la ringrazio con affetto, nella speranza che sia finalmente finito, anche per Angsa, l'intervallo di questi ultimi mesi, segnati quasi esclusivamente dai ripetuti interventi di pregevoli intellettuali che si sono soffermati su pittoresche e stucchevoli descrizioni di contorno, a beneficio di ristrette élite radical chic, lasciando uno spazio pari a zero ai bisogni reali della stragrande maggioranza dei familiari con figli autistici. Torniamo a parlare di cose serie, Liana. [G. V.]
Contributo di LIANA BARONI (presidente nazionale di ANGSA)
Caro Gianfranco,
condivido
le tue critiche che mi colpiscono, sia come genitore sia come Presidente
Angsa, in quanto mi sento un po' responsabile di tutto l'operato Angsa,
regionale e nazionale. Sono quasi 30 anni dalla nascita di Angsa (1985) e
in effetti sembra che per gli adulti non sia stato fatto nulla. In parte questa
affermazione corrisponde a verità per due motivi.
Il
primo: inizialmente noi giovani genitori di allora non eravamo consci che
"autismo infantile" (diagnosi di tanti e in qualche modo
diagnosi illuminata in quanto specificava la parola autismo che altri
nascondevano con eufemismi quali psicosi o tratti etc), era
una diagnosi errata che si avvaleva di parole inadeguate: mio figlio
sarebbe stato autistico tutta la vita, non solo, ma a ciò si doveva aggiungere
la consapevolezza che sarebbe stato un adulto autistico con gravissima
disabilità, in quanto non sarebbe mai stato in grado di acquisire buone
capacità di autonomia;
Il
secondo motivo è che in anni più recenti sono diventate
disponibili terapie come Aba, che soprattutto all'inizio parevano
promettere guarigione (nel sito di una nota e qualificata terapeuta si
legge che Aba guarisce il 40% dei casi), e le forze giovani si sono
perciò dedicate intensivamente a cercare di applicare e lavorare in questo
senso, sperando di non dover affrontare mai un futuro da adulti con autismo.
Vorrei
tuttavia non venissero date ad Angsa colpe che non ha. Angsa
(nazionale) fin dal 2005 ha chiesto al Ministero attenzione per gli
adulti. Le prime parole ministeriali per gli adulti autistici sono
nel documento del marzo 2008 che poi rimase lettera morta purtroppo, se ben
ricordi, perché cadde il governo e dopo avemmo del bello e del buono a
far accettare alla nuova maggioranza di ripartire da quel documento e non da
zero per le azioni sull'autismo, tra cui la definizione di Linee guida.
Quando
queste finalmente apparvero, fu una delusione per tutti noi, in particolare
per noi genitori ...diciamo non più giovani, che le linee guida si
occupassero solo di minori. ma le accettammo come un grosso
risultato, perché finalmente mettevano chiarezza sulle terapie efficaci e
chiudevano la bocca ad approcci inutili se non dannosi. Ma non abbiamo
smesso di darci da fare: da quel 24 gennaio 2012 in cui Giovanni Marino
fece pubblicamente questa richiesta e la Di Fiandra, funzionaria del Ministero,
lo rassicurò del loro impegno, non abbiamo mai smesso di sollecitarli.
Grazie
ai nostri solleciti sono arrivate le linee di indirizzo per la
appropriatezza degli interventi, approvate all'unanimità da Regioni ed
EE.LL che chiedono tra le altre cose che in ogni regione si faccia un
piano specifico di riqualificazione dei posti residenziali e
semiresidenziali per gli autistici. Adesso sta ai
presidenti regionali, e ad Angsa, per dar loro strumenti e suggerimenti,
insistere nei vari tavoli affinché le regioni inseriscano le linee di
indirizzo che hanno già approvato, nei loro piano attuativi. Per
l'autunno dovremo muoverci in questa direzione, ed anche con decisione, perché
fino ad ora solo il Veneto ha (parzialmente) attuato con una delibera le linee
di indirizzo.
Oltre
a ciò il lavoro delle Angsa regionali è andato spessissimo nella direzione di
svegliare l'attenzione di operatori e cittadinanza su questi problemi.
per citarne uno il convegno alla Regione Emilia Romagna sugli adulti, con
Patricia Howlin, che invitammo espressamente e di cui favorimmo un giro di
convegni in regione e fuori regione per sensibilizzare sul problema degli
adulti, compresi gli inserimenti lavorativi. Altrettanto lavoro è stato fatto
nel Veneto, anche nella tua regione. Nei convegni degli psichiatri e
delle loro società ho fatto vari interventi per sensibilizzarli
sulla necessità di riabilitazione per gli autistici, di formazione,
sul fatto che le loro diagnosi di autismo non possono, né devono
sparire, come se a 18 anni fossero tutti miracolosamente guariti, sui
farmaci, argomento spesso trattato nella nostra lista autismo-biologia,
cui sono iscritti moltissimi medici. Ma una mentalità non si cambia facilmente,
ci vuole fatica e sangue (spero detto solo metaforicamente, perché in caso
contrario sarebbe quello dei nostri figli). Ci vuole anche preparazione da
parte di noi genitori, e allora ben vengano tutte le occasioni che ci fanno
riflettere e maturare, sia un blog, un libro, o un convegno.
Infine:
ci vuole anche unione fra noi, perché dobbiamo battere all'unisono, se no chi
ci ascolta?
9 commenti:
Siamo nella condizione, Liana, di indire una giornata di mobilitazione con manifestazione nazionale a Roma e richiesta d'incontro con il ministro della salute o Altri? Antonio, Forlì
Un'occasione in grado di farci immediatamente riflettere forse c'è, cara Liana, e si chiama "Mio figlio è autistico". Non sprechiamola e non perdiamo altro tempo. Dalla Sardegna Daniela, Luciana e Simona, mamme disperate e sole, che non sanno più come fare con i loro figli adulti autistici
Quando riunite gli organi direttivi? Battiti per questa priorità presidente, non deluderci. Manuela, Torino
Le linee guida che verranno (se verranno) vanno riempite di contenuti ORA per non trasformarle in scatole vuote. Per esempio: Angsa quale modello educativo sostiene per i nostri figli? Grazie, Giovanna e Alfio dalla provincia di Vitetbo
Se le regioni boicotteranno gli accordi sottoscritti vanno pensate e attuate forme di mobilitazione e informazione a cominciare da una forte campagna di stampa. O sentiremo ancora i soliti appelli al senso di responsabilità? Liana, per ora abbiamo in mano solo promesse. Francesca dalla provincia di Cuneo
Buon giorno presidente. Vorrei chiederle se lei ritiene che le comunità multihandicap siano da preferire a quelle monohandicap. Personalmente ritengo che, nel caso specifico dei nostri figli, sia assai frustrante vivere accanto a persone che hanno i loro stessi problemi (se non peggiori). Apprezzo molto la sua competenza. Dario, dalla provincia di Benevento
Ho letto con attenzione il contributo di tutti
Di cose da dire ce ne sarebbero ma non mi metterò a controbattere facendo una lista delle cose che abbiamo fatto, ne abbiamo fatte alcune, ne potevamo fare tante altre ma penso che sia ora di passare dalle parole ai fatti e di andare avanti consapevoli delle difficoltà che ci sono.
Per la prima volta abbiamo un documento di carattere nazionale per l'autismo approvato dalla Conferenza unificata Stato e Regioni, e di questo dobbiamo dare merito all'Angsa che si è battuta tenacemente perché fossero apportate importanti integrazioni per interventi appropriati anche per gli adulti.
Purtroppo la cultura per sedimentare ha tempi più lunghi rispetto alle nostre esigenze...però possiamo usare le armi spuntate che abbiamo per far riconoscere i diritti dei nostri figli, incoraggio i genitori di mantenersi compatti con i grandi movimenti associativi che creano unità e rappresentanza.
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