lunedì 8 luglio 2013

SCRIVE ARIANNA PORZI

Ringrazio la presidente di Angsa Torino e pubblico molto volentieri il suo contributo. Credo in modo convinto alla sua buona fede e alla sua professionalità, ma credo anche che siamo arrivati a un punto di non ritorno, quello in cui i nodi sul tappeto vanno sciolti senza ambiguità.
La disaffezione, il distacco, la delega, l'allontanamento (di fatto) a cui sono state costrette socie e soci che avrebbero potuto essere un'importante risorsa per Angsa Torino, la mancanza di dibattito interno, il disprezzo di ogni posizione critica, la sudditanza verso le istituzioni, la latitanza sul territorio, l'acquiescenza verso le politiche gestionali delle strutture che ospitano persone autistiche.


Su queste realtà, molte delle quali costituiscono il pesante retaggio di fallimentari stagioni segnate dalla guida di un gruppo dirigente non all'altezza del compito assegnatogli, è impossibile tacere se si vuole comprendere la disillusione che è sotto gli occhi di tutti.
Sul drammatico gap che si è prodotto in tema di adulti e residenzialità mi sono permesso di suggerire l'opportunità (la necessità?) di un convegno urgente in cui possano finalmente esprimersi posizioni diverse e soprattutto assumere impegni precisi. Le istituzioni, i responsabili di comunità, la stessa Angsa potrebbero e dovrebbero spiegare i rispettivi punti di vista e confutare, perché no?, talune mie affermazioni. Quale miglior giudice di una platea di genitori e di operatori (in buna fede) del settore? 

Un'ultima considerazione, ti prego. Ho parlato di censura del mio libro e ogni minuto che passa ne sono più convinto. Io non ho mai chiesto promozioni a prescindere, so bene che per promuovere un libro occorre prima  leggerlo... Ciò che ho rivendicato, invece, è il diritto all'informazione, che è assolutamente "altro". In poche parole ero, e sono, convinto che Angsa avrebbe dovuto dare, un minuto dopo la sua uscita, l'informazione a tutti i soci della presenza sul mercato di un nuovo libro che trattava di adulti autistici e residenzialità. Nulla di più e nulla di meno. 
Non è avvenuto nulla di questo, mentre furoreggiavano nel frattempo opere mirabili e imperdibili, con tanto di codazzo di fan e comparsate televisive che non hanno soddisfatto tutti, probabilmente a causa di una certa esagerata visibilità. 
E' a questa censura che mi riferivo: vale per Angsa Torino, vale per tante Angsa, vale (ahimé) per Angsa nazionale. [G. V.]

 CONTRIBUTO DI ARIANA PORZI (presidente di Angsa Torino Onlus)

Leggere libri per me una volta era un piacere, oggi è quasi un lavoro, soprattutto se parlano di autismo. Se devo decidere quali segnalare ai soci di solito prima li leggo e li leggo in ordine di uscita e li leggo lentamente (purtroppo) perché il tempo è poco e il sonno è tanto. Non posso parlare per gli altri, se lo hanno letto non lo so, di solito cerco di pensare al mio e di lasciare agli altri la libertà di scegliere.
Il commento che posso dare del tuo libro è personale e incompleto visto che non ho ancora terminato di leggerlo e malgrado questo non voglio perpetrare l'idea che il silenzio sia un boicottaggio, è solo ritardo! Mi stanno emozionando le tue pagine, nel bene e nel male, perché le emozioni sono forti, intense come solo i nostri figli sanno darci.
Insufficienza di competenze e risorse, cecità nell'individuare soluzioni, percorsi virtuosi, la rete...termine così tanto abusato e ancora così privo di contenuti. Vorrei che più persone possibili leggessero il tuo libro, ma non per piangere su un destino ineluttabile, ma come sprono a fare a continuare a provare anche quando sembra che a nulla serve. 
Questa condizione frustrante la vivo anche io quotidianamente sia come genitore sia nel mio operare all'interno dell'Angsa, quando mi scontro con idee preconcette e residui di vecchie prassi malsane sull'autismo e sulla presa in carico dei nostri figli, stasi così difficili da scardinare. 
L'Angsa non è ferma, forse troppo silenziosa e poco presente sui social network e blog e ringrazio il preziosissimo lavoro di coloro che costantemente aggiornano le notizie su tali canali e in essi rappresentano l'Associazione, ma ci stiamo muovendo per ottenere il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali per i nostri bimbi, ragazzi e adulti con autismo e vi assicuro che in questi ambiti si assiste ad una vera e propria azione di boicottaggio. 
Presto avremo bisogno di tutti voi per fare pressione in questo senso e spero di vedervi in prima linea... perché "Francesco" del libro si può chiamare anche Gabriele, o Ivan o Federico o Silvia o...nessuno di noi può dirsi salvo da un destino difficile come quello descritto. 


Arianna 

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Arianna: è tutto vero. Chi ti ha preceduto ha sempre mediato al ribasso ed è sempre stata acquiescente con le istituzioni e con chi monopolizza le strutture sulla pelle dei nostri figli. Non piegarti a chi non guarda al bene di tutti gli autistici. Manuela

Anonimo ha detto...

Arianna va capita, non è facile restituire una rotta ad Angsa dopo gli errori gravissimi che il gruppo dirigente ha compiuto in questi anni. Nello stesso tempo lei, come scrive Gianfranco, non può rimanere ostaggio di chi ha prodotto solo disaffezione e sconforto. Deve imporre la sua linea se ne ha una, senza arrampicarsi a difese d'ufficio che lasciano il tempo che trovano. Grazie, Federico

Anonimo ha detto...

Vogliamo solo un'Angsa forte e unita. Quelli che non ci stanno devono andarsene una volta per tutti. Hanno già procurato un sacco di danni, basta. Francesca

Anonimo ha detto...

Cara Arianna
ho imparato a conoscere la tua sensibilità quando io stesso nel direttivo di Angsa Piemonte consigliera per la residenzialità allora portavo quotidianamente all'attenzione i problemi citati da Gianfranco , sono stati quattro anni di insulti ,derisioni,ostacoli pesanti naturalmente in me di tutto questo è rimasta solo la consapevolezza che purtroppo i genitori possono essere pericolosi più delle Istituzioni stesse se sono a capo di un'associazione e non sono capaci di separare igli interessi personali e il bene di tutti a cui sono chiamati a rispettare .Io mi sono sempre rifiutata allora e lo faccio ancora oggi i nostri figli non sono merce di scambio di nessuno e per nessun motivo , e poco direte voi chi leggera questo mio post ma la mia coscienza è tranquilla ,e vero non sono laureata e pensate non ho neppure la licenza media ma ho valori sani e le palle per oppormi allo schifo che le associazioni dovrebbero stare alla larga, peraltro ho pagato in prima persona con le dimissioni di mio figlio dalla struttura per aver pestato i calli ,ma li continuo a pestare fino ad estirparli non permetterò mai a nessuno di fermarci e continuare a chiedere per i nostri figli una vita dignitosa e rispettosa , Arianna io ci sono coraggio tu mi conosci se lo vuoi sono disponibile al dialogo , la condizione degli adulti è stata descritta da Gianfranco ma credimi è ancora più cruda ci sono tati autistici ricoverati in RSA sedati e mai trattati a livello educativo e tanto altro ancora . Bisogna comunque conoscere anche le Normative vigenti attuali cio il nulla ecc...
un saluto a tutti sono disponibile .
Irene Demelas .email

Anonimo ha detto...

Sono sempre Irene Demelas mi scuso per gli errori di ortografia , ma quando scrivo di getto ne faccio di più del solito rinnovo la mia disponibilità ai genitori lascio la mia email grazie a tutti e soppratutto a te Gianfranco un saluto Irene Demelas

Gianvi ha detto...

Non è una battuta se dico che preferisco mille volte di più i tuoi errori di ortografia (quando ci sono) a errori ben più gravi di cosiddetti fini intellettuali.
La cosa più importante, Irene, è farsi capire e noi abbiamo capito bene quello che hai scritto. Dici di volere lasciare il tuo indirizzo mail ma io non lo trovo alla fine del tuo commento. Lo scrivo per te e ti abbraccio, non prima di avere ricordato che tu sei una di quelle persone (di fatto) epurate dagli intellettuali di cui parlavo prima.

demelas.irene@libero.it

Gianvi ha detto...

A dimostrazione che Angsa Torino (e non solo) non hanno capito nulla della differenza che passa tra "informare" e "promuovere", ti faccio avere uno stralcio della mail privata che ho ricevuto stamattina da Viola Oggero: "Mi fa piacere che alla fine sia arrivata anche la comunicazione di un tuo libro nuovo, non ne sapevo nulla. Lo comprerò". Non aggiungo altro Arianna, potrai sempre farlo tu o qualcun altro

Anonimo ha detto...

Rettifico la mia email Gianfranco

demelas.irene@gmail.com

Gianvi ha detto...

Naturalmente mi scuso con te, cara Irene

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