LE DONNE CUCIONO LE NAVI DEI SOGNI
Stasera il vento assale
il colmo del pensiero:
solo un dio pazzo appende
le nubi al cielo. E vanno
come osterie di fumo,
canto di donna.
Sigarette accese, mimano stelle,
i gatti miagolano
la douleur du monde;
S’improvvisano calvari
per ogni sorta dio. Per ogni peccato.
Chi ha memoria, ancora,
di gesti di padre, di madre?
Tracimano le notti desideri,
qualche monetina di rame:
gli avanzi dei sogni.
Le ballerine di terza fila
agitano seni e silicone
in quest’oscenità di marzapane
di profeti di mele morsicate;
quale dio, quale,
avrà pietà di noi?
Le donne cuciono le navi dei sogni,
con dolcezza di primavera:
prima di morire uccise di noia,
sciolte come lucciole di neve.
«Qual è la scorciatoia
per un bacio d’amore?»
che non sia pretesto
per legare i polsi al mare,
al catrame nero di strade;
come fumo greve di ciminiere
dei camini della Shoah.
Esistono strade, ancora
di calma d’amore: esiste
la furibonda sete del cielo,
che spezza la linea del cuore.
Quel vento che accosta
derive di navi, rotte di stelle:
ad incrociare mani, dita;
la disperata solitudine
di parole che attendono
che da terra secca di sale
rinasca speranza.
Piero Partiti
1 commento:
La trovo diretta persino dura ma efficace!
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