Può
succedere, a volte, che i mass media propongano l’uso esasperato di neologismi,
o di termini fino a poco tempo prima usati, come dire? “normalmente”, che entrano
a far parte, tout court, del nostro
bagaglio comunicativo. E’ capitato ieri, per esempio, con la “misura in cui…” o
l’attimino”, succede oggi con il “detto questo….”, con lo “stacchiamo la
spina”, con “l’infantilismo intra-uterino”, con l’abuso (avete notato?) dell’aggettivo
“ottimo”, e via dicendo.
In questo
clima inflazionato capita magari, persino a una modesta persona come il
sottoscritto, di veder giudicato (svariate volte) con la patente di “ottimo” un
normale intervento sul tema del “dopo di noi”, in cui francamente credo di
essermi limitato a sottolineare situazioni e condizioni che tutti, ahimè,
dovremmo conoscere bene.
Non mi
meraviglia allora che una persona di levatura ben più alta, pubblica ed
autorevole, quale certamente è Gianluca
Nicoletti, raccolga, ed facile averne un riscontro visitando sul web
network e siti specializzati, una miriade di “ottimo” e “mi piace” per la
pubblicazione di un articolo (http://www.lastampa.it/2014/09/09/societa/salviamo-i-nostri-ragazzi-dai-guru-del-fantaautismo-l7MlD1wZzeuglzkspLpHjK/pagina.html)
che viceversa, a mio parere, è stato - meno prosaicamente - un “buon”
intervento, su cui non è blasfemo – tuttavia - non ritrovarsi in totale
sintonia.
Il post "La nostalgia del futuro", pubblicato in queste ore da superando.it (cui va il mio grazie) è interamente visualizzabile, alla sezione autismo, del sito www.gfrvitale.altervista.org.
Invito tutti alla massima condivisione in rete.
1 commento:
Un articolo che argomenta in modo convincente una tesi condivisibile e mette senza mezzi termini il dito nella piaga del condizionamento culturale subito da tutti noi e della profonda differenza di strategie attuabili dalle famiglie di fronte all'handicap.
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