Pubblico volentieri un secondo contributo del dottor Francesco Fera (già autore di un intervento che potete trovare all'interno nel blog). Personalmente lo giudico molto interessante e, mi sia consentito, importante. Ringrazio di cuore l'Autore per la preziosa opportunità.
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L'autoreferenzialità che tu molto opportunamente segnali, Gianfranco, permette, tra le altre cose,
di arroccarsi su posizioni
di sicurezza in senso
lato, ma
se non c'è scambio
disinteressato di esperienze
e conoscenze, convinzioni e dubbi, aspettative e rinunce, gratificazioni
e sconfitte,
non credo ci sia speranza alcuna di crescita.
Se non si rischia
e ci si mette
in gioco … è un
posizionarsi per presidiare
le proprie “certezze” (?) in sicurezza senza farsi
male.
Non condivido
molte cose. Comincio con i
limiti della medicina,
che si occupa, dovrebbe
occuparsi, se ne
occupa poco, della condizione
autistica, in relazione
ai fattori di rischio,
alla diagnosi precoce, al
trattamento e alla
riabilitazione. Sono fermo
all'inquadramento che ne
ha fatto la Frith
qualche anno fa.