Sempre più numerosi i ragazzi e
bambini, dalla vita apparentemente normale, che si presentano al Pronto
Soccorso con un disagio psichico che nasconde un grande dolore: iperstimolati,
addestrati a primeggiare, incapaci di trovare la forza di reagire ad una
delusione. E' quanto è emerso nel dialogo oggi ad Educa tra la dottoressa
Costanza Giannelli, direttrice dell'Unità ospedaliera di Neuropsichiatria
infantile dell'Ospedale S. Chiara di Trento, il maestro Franco Ulcigrai,
Cofondatore della scuola Steineriana il Cerchio di Rovereto e Maurizio
Camin, direttore della cooperativa sociale L'Ancora.
"Pigiama party alla scuola materna, tre lingue in
prima elementare, corsi di arti circensi, musica, gare di sci, la media del
nove. Ai bambini viene chiesto di essere sempre più intelligenti, dotati, abili
e capaci. Troppo desiderare, troppo avere, troppo sapere, troppe soglie buie
varcate in anticipo, con corpo fragile, senza corazza e senza la spada
giusta". E' questo il pensiero di Costanza Giannelli che disegna i
genitori moderni come i responsabili, a volte inconsapevoli, di un grande
dolore inflitto nei bambini, perché "è più facile vantarsi della luce
dell'intelligenza del proprio figlio piuttosto che della zona d'ombra dove si
muove la consapevolezza". E così i bambini si trovano prima o poi ad
imbattersi nell'indifferenza, nella delusione e nel fallimento senza strumenti
per poterli affrontare. "Umiliati e feriti a morte non riescono a reggere
lo sguardo dell'altro, si blindano nel rifugio solitario e meditano la
vendetta. E così il web diventa uno specchio senza confini e senza regole, un
luogo dove cancellare il disonore e la vergogna, dove si può apparire e
scomparire senza regole e responsabilità".
Costanza Giannelli si augura che dopo quest'era
falsamente buona e illuminata, ne nasca una nuova dove "un bambino molto
intelligente abbia la possibilità di trovare maestri speciali che gli insegnino
a tornare indietro, gli mostrino il volto del fiore e dell'animale e,
finalmente, possa trovare la quiete."
Anche Franco Ulgigrai chiede ai genitori di non avere
fretta e di ripensare al momento in cui il bambino è pronto per iniziare la
scuola primaria. "Spesso già a cinque anni si trova seduto al banco di
scuola, senza aver raggiunto la maturità sociale, e privato dell'"anno del
re", quel periodo importante in cui il bambino si sente più grande e può
dare il suo contributo ai compagni più piccoli. Iniziare la scuola senza la
maturità necessaria, porta facilmente il piccolo a vivere un senso di
inadeguatezza". Ulcigrai riporta, inoltre, l'esperienza positiva
dell'asilo nel bosco organizzato in Alto Adige, "dove i bambini devono
seguire solo le regole del mondo e della natura senza mete, sul binario della
massima tranquillità e serenità".
Dello stesso parere il direttore della cooperativa
Arianna di Trento, Maurizio Camin, il quale racconta come ogni giorno veda
adolescenti non ascoltati, affaticati e ingabbiati all'interno di regole.
"Giovani che parcheggiano il corpo a scuola, ma hanno anima e interessi
fuori, che fanno fatica a stare al mondo, perché non riescono a pensarsi nel
futuro".
Francesca Gennai, vicepresidente del consorzio
Con.solida, che ha moderato l'incontro, ha provato a trarne le conclusioni
"le esperienze che abbiamo ascoltato oggi, ci ricordano che dobbiamo
garantire ai bambini il diritto alla lentezza, alla natura, alla selvatichezza,
alla ferita, alla noia, al vuoto e soprattutto ad essere ascoltati".
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