La rabbia è durata lo
spazio di una sera, l’incredulità e la delusione invece non trovano modo di
andarsene. I genitori di Isabella, una bambina
di 11 anni affetta da una gravissima disabilità dalla nascita, ancora non riescono a
crederci: l’assemblea del condominio del loro palazzo, che riunisce sette
civici in zona Pilastro, ha detto no
ai lavori di ampliamento dell’ascensore necessari
per far entrare la nuova sedia a rotelle di Isabella, che abita con la famiglia
a un piano alto.
I favorevoli sono
stati 38, su un totale di 63 presenti (comprese
le deleghe). Non abbastanza, però, perché secondo la normativa sarebbe servita
la maggioranza dei millesimi di tutti i condomini, che sono 98. Dunque, delibera respinta. E addio ascensore nuova per Isabella che, contrariamente a tutte le
aspettative di medici ed esperti, continua a crescere e a vivere la sua
esistenza molto speciale, accudita dalla famiglia. Fosse passata, la spesa ripartita
tra tutti sarebbe stata tra i 118 e i 128 euro a condomino. Una cifra
importante, certo, ma sicuramente alla portata e ben inferiore a quelle di
altri lavori che gli inquilini dei sette civici si erano divisi in passato.
A far più male sono soprattutto gli stralci della discussione in
assemblea, dove sono state verbalizzate
le obiezioni alla proposta (con
un linguaggio decisamente più edulcorato, secondo quanto riportato dai
presenti): «L’ascensore è a servizio di un’unica scala e quindi la spesa deve essere
ripartita per scala», spiega un condomino, chiedendo che a pagare siano
solo quelli del civico interessato e ricordando anche «di aver verificato su
internet che l’ascensore è in regola per l’accesso di sedie a ruote e quindi
non si possono inseguire tutte le situazioni». Un altro se la prende con la famiglia:
«Se aveva le misure dell’ascensore, perché non ha preso una carrozzina che
potesse entrare?». Una terza ha aggiunto: «Se la situazione della
bambina si dovesse modificare, cosa facciamo? Torniamo a fare altre
spese?». Parole che hanno lasciato di stucco il padre di Isabella, presente in
assemblea.
Ferito due volte: dentro, perché tra chi ha votato contro c’era
tanta gente che considerava degli amici e che ogni giorno si ferma a salutare
Isabella; e nella realtà, dato che per la rabbia ha tirato un pugno contro un
armadio. La famiglia si è
sfogata su Facebook, dove esiste un gruppo a sostegno della onlus creata
dai genitori per raccogliere fondi a favore della figlia, che deve andare
spesso all’estero per curarsi: «Avessero avuto gli attributi di dirci che non
hanno i soldi, avremmo capito, ma attaccarsi a queste stupidaggini ci ha fatto
molto male», scrive la madre. «Non ci aspettavamo tanta pochezza,
soprattutto perché l’intervento era a favore di una creatura innocente che non
ha mai fatto uno sgarbo a nessuno, che se sta bene regala sorrisi a tutti, che
sta pagando un prezzo altissimo per una colpa non sua».
I lavori all’ascensore, comunque, si faranno lo stesso. «A spese
nostre», assicurano i genitori, anche se alcuni condomini che
avevano dato il loro ok alla proposta, daranno vita a una colletta. «Sarei
tentata di augurare a chi si è opposto di trovarsi nella nostra stessa
situazione, ma so che Isabella non lo farebbe mai», conclude la madre.
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