domenica 14 dicembre 2014

LUCI INVISIBILI

Ricevo e pubblico volentieri questa storia scritta da Adelaide. Ritengo che essa sia in sintonia con il blog perché parla di persone con un handicap (non sono ipovedenti, ma non vedenti), mostrando come può essere diverso il Natale per chi non vede ma cerca di condurre una vita come gli altri, occupandosi anche di altri disabili. Ringrazio l'Autrice per la sensibilità e l'attenzione costanti verso chi soffre: il suo impegno e quello di tanti altri volontari non sono tanto motivi di orgoglio per questo blog ma - ciò che più conta - la conferma che non si è soli! [G. V.]

LUCI INVISIBILI (di Adelaide Gallo)

E’sera quando mi avvio verso il ristorante le cui vetrine dalla luce calda e accogliente si intravedono in mezzo agli alberi dai rami spogli lungo le sponde del fiume. Negli occhi ho ancora lo scintillio di acque scure e mosse di un altro fiume che rifletteva  luci di banchetti e decorazioni natalizie.
Rabbrividisco e allungo il passo per raggiungere un amico fermo sul marciapiede in attesa che la moglie parcheggi l’auto.
Insieme entriamo e raggiungiamo il lungo tavolo a ferro di cavallo dove si trova già una quarantina di persone,  intorno a noi volti sorridenti, strette prolungate di mani.
Paioli di rame sulle pareti riflettono bagliori di luce rossastra che si mescola al gioco delle venature chiare del legno: mi perdo un attimo ad osservare la calda atmosfera, poi riprendo a chiacchierare con la mia vicina che, come gli altri, non sembra fare caso al gioco di luci.
La conversazione riempie la sala con un brusio di voci che salgono e scendono di intensità, mescolandosi ai profumi della cucina portati in giro dai vassoi che iniziano a circolare tra i tavoli.
“ E tu, Carlo, cosa fai adesso che la piscina continua a essere chiusa?” Chiede Ilaria a un uomo di mezz’età.
“Pedalo sulla cyclette, tutti i giorni tre quarti d’ora, ma, credimi, mi mancano molto quei momenti in cui ci facevi fare gli esercizi di riscaldamento a bordo vasca prima di iniziare a nuotare.”
“E perché non ti sei iscritto in un’altra piscina quando si è capito che la ristrutturazione della nostra sarebbe andata oltre i tempi della chiusura estiva?”
“Sai che per me spostarmi sta diventando sempre più complicato: con i buoni taxi ormai centellinati e senza il gruppo che avevamo formato, brancolo letteralmente nel buio.”
Mentre Carlo descrive le sue giornate divenute più sedentarie e solitarie, chiedo a Fabrizio notizie dell’attività sportiva che per un periodo abbiamo condiviso.
“Da settembre non ho più trovato un pomeriggio libero per andare a correre, lo studio e i miei pazienti mi impegnano sempre di più.”
”E poi si è dedicato a mille altre cose, l’ultima è lo shiatzu con i bambini autistici, per forza non ha più trovato il tempo: per lui le giornate dovrebbero avere 48 ore.” Aggiunge la moglie.
“Neanch’io sono più andata a correre nel parco” dice Elisa. “Tra riunioni a scuola e compiti da correggere quando sarebbe ora di infilarsi la tuta e le scarpette si è già esausti.”
Roberta annuisce: “Non mi dispiace il lavoro di insegnante, ma mi capita sempre più spesso di pensare che forse chi ha fatto la scelta migliore sia Ivan che lavora alla materna: meno riunioni e meno conflitti da risolvere.”
Ivan sta per replicare, sporgendosi leggermente in avanti, quando viene chiesto silenzio e Giovanni si alza per fare gli auguri a tutti e annunciare l’estrazione dei biglietti della lotteria: tra risate e battimani iniziano a circolare lingotti di cioccolato, barattoli di marmellata, felpe e magliette, consegnate ai vincitori tra l’allegria degli altri, contenti come bambini anche quando a vincere non sono loro.
Al momento di uscire, dopo abbracci e strette di mani, a piccoli gruppi tutti attraversano le sale e vanno verso l’uscita.
“Attenzione allo scalino” aggiunge la proprietaria, rispondendo ai saluti.
“Che bisogno c’è di ripetere la stessa cosa venti volte?” borbotta tra sé l’uomo che passeggia sul marciapiede con il cane. Questo, taglia piccola e muso schiacciato, lo guarda interrogativo girando il muso tra lui e chi sta uscendo, poi abbaia rivolto al padrone con perplessità.

“Hai ragione non avevo notato che si tratta di persone… non vedenti” mormora l’uomo allontanandosi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie di cuore. Ivano e Rosa

Anonimo ha detto...

Sono un non vedente della provincia di Roma e ogni tanto mi collego a questo blog e più di recente al sito. Ringrazio Adelaide e Gianfranco per lo spazio e l'attenzione che dedica a tutte le forme di handicap e di emarginazione. Buone feste a tutti.
Luigi

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