venerdì 17 gennaio 2014

CI SONO O CI FANNO?

Come tutti ho ricevuto da Angsa Torino l’invito a rinnovare l’iscrizione per l’anno sociale 2014. Non so se lo farò né è questo il tema del mio post.
Ciò che ho trovato “interessante” è l’appello, indirizzato agli iscritti, a (cito testualmente): verificare che il precedente anno sia stato pagato; se così non fosse vi informiamo che, per non perdere i diritti di Socio, si può provvedere aggiungendo alla quota del 2014 quella del 2013 (segnalandolo nella causale”.

Angsa Torino non smette di stupire per “l’originalità” di certe sue richieste…
Non era bastato, ai tempi del rinnovo delle cariche elettive, la stupefacente richiesta, ai soci, del requisito della laurea per poter accedere al Consiglio Direttivo (dunque abbasso quelli con la licenza media o il diploma… Rassegnati Irene... Troppo ignoranti, evidentemente, per difendere le ragioni degli autistici. Ai nostri figli servono solo genitori laureati, meglio ancora se con lode!).
L’associazione aggiunge, ora, una sorta di richiesta di iscrizione a vita: se negli ultimi cinque anni, per esempio, a causa dei più svariati motivi, non si è voluto/potuto rinnovare l’iscrizione, scatta la tagliola del recupero: “O ci restituisci il “dovuto” (300 euro, in questo caso?) o scordati di poter avere l’onore di iscriverti alla grande Angsa Torino”. Mah! E se la ragione del distacco di alcuni fosse un atto di protesta per come sono andate, e vanno, le cose? Per carità: niente autocritica per favore!

E’ come se io chiedessi di cambiare l’operatore che gestisce il servizio gas e l’Enel mi richiedesse, in caso di ripensamento dopo alcuni anni in cui ho trovato più conveniente l’offerta Iride, di pagare anche gli arretrati! Pensereste come me che tutto questo è semplicemente ridicolo (o folle)?
Mi chiedo come facciano i laureati del Consiglio Direttivo a elaborare certe folgoranti proposte… Possibile che all’interno del C. D. passino idee così bislacche (uso un eufemismo)?

Infine: non sarebbe meglio se anziché scrivere - nella nota inviata ai soci - (cito ancora una volta testualmente) di “sforzi che stiamo facendo per migliorare la qualità della vita degli adulti con autismo e delle loro famiglie”, fosse indicato un solo risultato concreto di questi grandi sforzi?


Un consiglio modesto: meno retorica, meno spazio a certe proposte stravaganti, meno mediazioni al ribasso, più difesa dei diritti di TUTTI, più coinvolgimento reale dei soci, più fatti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

quante persone commenteranno?
è difficile uscire dal direttivo caro Gianfranco, salvo poi parlare male appena fuori dal palazzo.
Anch'io come vedi non ho il coraggio di uscire allo scoperto ma va bene cosi'. Naso a cio' che racconti anche chi ti sembra amico tradisce per avere cosa poi in cambio?

Gianvi ha detto...

Non so chi tu sia e non capisco che significa "Anch'io come vedi non ho il coraggio di uscire allo scoperto". Di che coraggio parli, quale coraggio ti manca?
Io non mi sento né coraggioso né altro: scrivo il mio punto di vista e cerco di chiamare le cose con il loro nome. Comincia a farlo pure tu, sia se approvi quello che scrivo sia se non condividi il mio punto di vista.
Mi spiace che tu abbia queste paure, fino a temere addirittura di mettere il tuo nome a un commento. Siamo messi male... ti faccio però i miei auguri. Al limite se ti va scrivimi via mail.

Unknown ha detto...

Non so quanti commenteranno, io so che ho scelto di esserci, di fare qualcosa e di aiutare. Paradossalmente potevo fare di più quando avevo Laura, ora per problemi lavorativi non posso fare quello che voglio. Si può si deve fare di più, certo ma abbiamo bisogno d'aiuto, di partecipazione. La quota associativa ci permettere di poter avere dei fondi per copartecioare si bandi altrimenti non potremo, ed é irrispettoso verso chi, come Gianfranco e tanti altri hanno sempre versato la quota, non é detto se non si é d'accordo che si debba continuare a pagarla.

Gianvi ha detto...

Purtroppo non mi riconosco affatto nel tuo intervento, cara Tiziana. E' la solita melassa: non ti chiedi, o fai finta di non saperlo, come mai la partecipazione è caduta ai minimi termini. Se non l'hai capito provo a spiegarlo in parole semplici: la gente non è stupida, quando capisce che gli spazi di confronto sono quasi zero si chiude in se stessa e pensa soprattutto a sé.
Le quote che servono per i bandi sono la scoperta dell'acqua calda. La domanda è. quali sono i contenuti dei progetti? Da chi, questi progetti, sono elaborati? Da chi sono discussi e approvati? A chi sono diretti?

Anonimo ha detto...

Non so se è più pazzesco o incredibile: ma dove siamo arrivati? Grazie Gianfranco

Salvatore

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