domenica 17 gennaio 2016

Disagio mentale: emergenza nascosta

17 Gennaio, fonte "Il Giornale di Vicenza"

È figlia della frenetica società contemporanea, iperattiva e ultracibernetica, la nuova pandemia che sta contagiando il Vecchio Continente: i disturbi mentali si prospettano la sfida sanitaria del Terzo millennio. Secondo i dati diffusi dall'Epa, l'Associazione Europea di Psichiatria, nel 2030 saranno proprio queste le malattie più diffuse. Attualmente in Europa, su 514 milioni di abitanti, coloro che soffrono di ansia, depressione, demenza, dipendenza da alcol e droghe e disagio psicologico sono già quasi 165 milioni, il 38,2% della popolazione totale, di cui appena uno su tre riceve farmaci o cure (33%). A conferma dei dati raccolti, la scala di disabilità 'Daly' (anni persi per mortalità precoce o vissuti in malattia) colloca sul podio europeo proprio le patologie mentali (26,6%); una situazione preoccupante, che sembra tra l'altro evolversi molto rapidamente, necessitando un continuo monitoraggio.
In termini di frequenza, al primo posto ci sono i disturbi d'ansia (14%) e Alzheimer (7,3%), seguiti da insonnia (7%) e depressione maggiore (6,9%); si scende poi ai disturbi somatoformi (sintomi fisici che indurrebbero a pensare a una malattia somatica, al 6,3%), disturbi da iperattività e deficit dell'attenzione-Adhd (5% dei giovani), infine dipendenza da alcol e droghe (4%) e demenza (dall'1% nella fascia 60-65 anni al 30% fra gli 80enni). Sempre secondo i dati, le patologie con impatto maggiore sono la depressione, l'Alzheimer e i problemi legati all'abuso di alcool. Il tasso risulta elevato anche in Italia: degli oltre 61 milioni di malati d'ansia, sono ben 8 milioni solo quelli nel nostro paese, mentre sono 29 milioni gli insonni e quasi altrettanti i depressi, di cui 3,9 milioni Italiani. Le più colpite risultano le donne: il peso dei disturbi mentali, inteso come disabilità, impatta infatti sulla popolazione femminile per oltre il 30% sul totale malattie, mentre su quella maschile solo per il 23%. Un altro fattore di incidenza risulta poi essere la crisi: secondo i dati avrebbe incrementato in particolare ansia, depressione, mortalità dovuta all'alcool e tasso dei suicidi, questi ultimi spesso in relazione alla disoccupazione. Difatti, a fronte di un incremento della disoccupazione del 10%, si registra un +1,4% del tasso di suicidi; il dato, ancora medio-basso per quanto riguarda l'Italia - 6,3 suicidi su 100 mila abitanti - risulta invece abbastanza alto su base europea, sfiorando il raddoppio, con un dato annuo di circa 12 suicidi per 100 mila abitanti. Inoltre, la perdita di speranza e la percezione di protezione sociale molto bassa fungono da fattori di amplificazione, determinando un'esasperazione del modo in cui il malessere viene manifestato. Infine, non va sottovalutata l'influenza di Internet e dei social network, con la crescente diffusione di disturbi paranoici come la "cybercondria". 

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