lunedì 3 novembre 2014

DIRITTI ESIGIBILI? NON ESATTAMENTE...

Ho scritto, sul sito (AutismoIN), un articolo il cui incipit è il seguente:

Mi succede spesso di sentire parlare di “diritti esigibili”, ma confesso che a volte non sono sicuro che chi usa questa espressione ne ha compreso pienamente il senso. C’è una condizione precisa perché i diritti siano esigibili ma non sempre questo requisito pare emergere dai ragionamenti che ascolto o che leggo.
Diciamo subito che i diritti rappresentano per tanti familiari, di soggetti autistici e non solo, veri e propri nervi scoperti. La burocrazia, la farraginosità di molte disposizioni, se non si configura addirittura il non ascolto degli interlocutori, determinano sentimenti -in apparenza contraddittori - di rassegnazione e rabbia: sono quelli i cui risvolti salgono, talvolta, agli onori della cronaca, salvo beninteso essere dimenticati alcune ore dopo, allorché l’audience dei media fagocita e tritura altro.

Davanti a questa realtà è paradossale che qualcuno scriva:“Il problema spesso è l’arrendevolezza delle famiglie di fronte allo Stato”. Poco ragionevole perché penso che questa definizione racconti solo un aspetto, per giunta il meno importante, della situazione. La vera questione, detto banalmente, è che – a mio parere - per essere realmente esigibili i diritti devono esistere in concreto e non in astratto!

Il post può essere letto nella sua interezza e commentato cliccando sul seguente link

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