mercoledì 18 settembre 2013

TESTIMONIANZA

Caro Gianfranco,
ti chiedo di pubblicare il mio contributo alla discussione sulla scuola. Volendo scrivere più di due righe ti giro le mie riflessioni via mail. Tiziana.

[G. V.] Comincia così la mail che ho ricevuto ieri sera... Oggi avrei pubblicato un post che si riferisce a un'importante iniziativa che si terrà il 5 ottobre a Bologna. La testimonianza di Tiziana, che riprende il tema legato all'assistenzialismo della scuola e alla opportunità (o alla necessità?) che i familiari provvedano ad anticipare la costruzione di percorsi alternativi, cambia la linea editoriale del blog. 
E' giusto non generalizzare (ci saranno sicuramente esempi di scuole più positivi, anche se rimangono "eccezioni")... ma è ancora più giusto non bendarsi gli occhi fino a non raccontare la verità (i gabbiotti dei bidelli di cui a un certo punto scrive Tiziana li ho visti anch'io...).
Precedenza assoluta, allora, a questa testimonianza perché la ritengo molto più importante di un convegno di cui leggerete, semmai, i prossimi giorni. Grazie Tiziana
Certo su questo tema non si può prescindere dalla propria esperienza e la mia non è stata cosparsa di rose e fiori. Si sono succeduti momenti gratificanti ad altri caratterizzati da gravi crisi, quasi sempre dovute all'impreparazione degli insegnanti che hanno approcciato Laura. Non ci siamo perse d'animo, e per sensibilizzare sull'autismo abbiamo, per esempio, pensato a un progetto che coinvolgeva la quinta classe frequentata da lei e una seconda. Lo scopo era raccontare il percorso fatto e avviare una forma di tutoraggio alla classe che avrebbe iniziato un nuovo ciclo. 
Nella scuola elementare abbiamo incontrato una buona insegnante di sostegno che è rimasta per cinque anni con noi.La stabilità è stata garantita ma l'integrazione è un altra cosa che non coincide con l'uguaglianza a tutti i costi, dato che i nostri figli hanno bisogni diversi. 
Un disastro è stata la scuola media, Laura non è mai entrata in classe e la supponenza dei professori di sostegno (ma anche di quelli curricolari  non ha permesso nessun tipo di intervento, nonostante i curriculum buoni e la tradizione sull'handicap che la scuola vantava. Per dirne una  Laura è stata ricoverata nove mesi in ospedale e nessuno dei suoi insegnanti è andata a trovarla, Nessuno, neanche quando è tornata a casa.

Già nel 2006, quando aveva appena 14 anni, avevo cominciato la ricerca di alternative. Non era facile avere appuntamenti perché se la famiglia non è in crisi, se non sta per scoppiare, ti guardano come una madre snaturata che vuole disfarsi della figlia violenta.
Si, perché Laura era violenta e tutti abbiamo subito le sue "dimostrazioni di affetto"... Ma perché dovevo aspettare la crisi quando potevo pianificare e costruire un buon inserimento per lei?
Non era così.. Mi è stato detto che non c'era posto, che era una femmina (!), che non era compensata (!), che poteva disturbare il gruppo ben affiatato!!!

Era ben evidente che dopo la terza media non l'avrei sottoposta all'ennesima tortura, non l'avrei iscritta in una scuola superiore dove forse come unica lezione avrebbe avuto "stiamo nel gabbiotto dei bidelli" o tutt'al più "pascoliamo nel corridoio". Per conseguenza, dopo l'ennesimo rifiuto, abbiamo optato per un diurno con disabilità diverse. Laura, avendo appena compiuto i 16 anni, era la più giovane ma almeno lì l'accoglienza è stata ottima. Un mese ha avuto la ricaduta della leucemia e...

Mi rendo conto che molto dipende anche dal grado di "disabilità" e che i percorsi devono essere mirati alle capacità, ma non credo che facciamo un buon servizio ai nostri figli a trattarli come dei perenni bambinoni e a non prevedere un percorso adeguato e differenziato solo nell'illusione che se stanno nella scuola di tutti sono integrati e stanno bene.

Tiziana

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Tiziana.
Romano e Carla, genitori di Sabrina, autistica di 16 anni

Anonimo ha detto...

Brava. Alla faccia di chi parla a vanvera di un'integrazione che non c'è e di chi predica di combattere l'assistenzialismo ma poi ne fa ben uso se gli conviene.
Silvia

Anonimo ha detto...

Grazie Tiziana. Una vera lezione di umanità e di stile. Manuela

Unknown ha detto...

Grazie di cuore a voi che leggete.

Anonimo ha detto...

Carissimi
sento il bisogno di scrivere una piccola nota sul tema così delicato "scuola" mio figlio quando entrò nelle scuole medie era rincorso per tutto il tempo dai bidelli una propria e vera caccia per i 4 piani dell'edificio scolastico con le conseguenze di altissima ansia e chiusura fino ai comportamenti non problema ma di difesa , io oggi che mio figlio a 24 anni ho potuto costatare che solo alcune isole felici dove qualcuno ci mette bocca per il potere associativo che glielo permette può garantire un minimo di informazione decente ,scusate la chiarezza ma come mai gli interventi devono essere garanti solo ad alcuni ?sarebbe importante avere un Progetto scuola per tutti con educatori che al bisogno vadano nella scuola ed siano di supporto alle insegnanti questo un'associazione deve fare garantire a tutti le stesse opportunità ,ma la cosa più grave che è così per tutti gli interventi educativi abilitativi riabilitativi dei minori,adolescenti,adulti vorremmo che le isole felici siano accessibili a tutti grazie.
un saluto a tutti Irene Demelas

Gianvi ha detto...

Spero che qualcuno, Irene, ti dia una risposta (la mia è di condivisione). Il blog ha proprio questa funzione. Ti dirò di più: se nessuno, come temo, ti risponderà quella comunque... sarà una risposta! A buon intenditor...

Un abbraccio a tuo figlio da parte mia e un invito a chi legge e non interviene (coprendo di fatto certe scelte e non solidarizzando con chi ha pagato e paga un prezzo altissimo)a farsi avanti. L'ambiguità e il silenzio non pagano, né bastano i "mi piace" su Facebook. Questa è una ruota che gira e...

Unknown ha detto...

Queste esperienze vissute fanno venire i brividi, ecco l'abisso che divide l'idea dell'integrazione dalla realtà del quotidiano per molte famiglie e dei nostri figli.Giorni fa ho avuto la proposta da parte di una scuola materna che ha spazi per organizzare dei pomeriggi per persone con autismo dai dai 5 ai 14 anni. Ho trovato la proposta interessante ma ho suggerito che avendo questa opportunità di spazi non sarebbe meglio organizzare una materna organizzata per lavorare con gruppi di bambini con disabilità autistica, si risolverebbe l'annoso problema del sostegno degli addetti all'assistenza e si consoliderebbe un modello pedagogico efficace ed efficiente, si eviterebbe inoltre il supplizio di Tantalo di formare continuamente personale che poi migra verso altre disabilità che nulla hanno a che vedere con la preparazione che richiede una disabilità sociale. Qui la lotta non è solo affermare il diritto all'educazione e all'inclusione ma cambiare mentalità sul rapporto con la disabilita!

Unknown ha detto...

Io ho portato avanti il progetto di sensibilizzazione e di inserimento nelle scuole dell'obbligo ed é aperto a tutti quelli che lo richiedono , genitori ed insegnanti del Comune di Torino e Provincia.

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